La mappa dell’inquinamento europeo va in Rete, ma l’Italia non c’è
GLI inquinanti dell’aria sono infidi e di solito invisibili, ma ora possono essere visualizzati in tempo reale su una mappa europea. L’ha messa a punto l’Agenzia per l’Ambiente (AEA), che l’ha presentata in occasione del “Clean Air Forum” della Commissione europea che si è aperto ieri a Parigi.
La mappa “Air Quality Index” raccoglie i dati di oltre 2mila centraline, ogni tre ore si aggiorna e misura i diversi inquinanti che danneggiano salute e ambiente: le micropolveri PM10 e PM2.5, Ozono, diossido di zolfo (SO2) e diossido di azoto (NO2). Che vengono tradotti in pallini colorati dal verde al rosso, rilevando il valore peggiore per ogni inquinante, in un sistema interattivo che permette ai cittadini di zoomare e conoscere la situazione anche nei dintorni di casa propria.
Grande assente, ed è una mancanza che salta agli occhi, l’Italia, costellata di pallini grigi, ovvero spenti: le nostre centraline ancora non risultano, come quelle di Romania, Bulgaria e Grecia.
Interpellato, il nostro Istituto per la protezione ambientale, Ispra, ha spiegato che “L’Italia possiede questi dati, ma è in ritardo nella realizzazione di un sistema unico di trasmissione all’Europa”. La buona notizia è che “è però in fase di ultimazione proprio in questi mesi la piattaforma InfoARIA, un nuovo sistema informativo nazionale per la gestione dei dati e delle informazioni sulla qualità dell’aria che sarà attivo nei primi mesi del 2018”.
Fino ad allora i cittadini italiani potranno continuare a visualizzare i dati sulla qualità dell’aria nei rispettivi siti regionali dell’Arpa, cosà però difficile da chiedere ai cittadini europei. Che via social stanno già chiedendo all’AEA il perché della nostra assenza in una mappa che mostra chiaramente gli alti livelli di inquinamento in Polonia, e in parte della Germania, ma resta silente su un’area già nota come critica, la Pianura Padana, e su ciò che la circonda.
I dati italiani, anche se non visibili in tempo reale nella mappa, sono comunque raccolti e trasmessi periodicamente dall’Ispra all’Agenzia europea, che li elabora e pubblica nel suo report annuale. L’ultimo è uscito a ottobre e ha quantificato in oltre 400mila le morti premature dovute all’inquinamento in Europa.
Fonte – www.repubblica.it
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